Tavolo sulla Farmacia dei servizi: «Certificare qualità dei servizi professionali nella farmacia»
Come riportato da Guacci Informa… ai propri lettori, lo scorso marzo la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il riparto dei 36 milioni di euro destinati alla sperimentazione della Farmacia dei servizi. «L’erogazione delle citate risorse – aveva spiegato il ministero della Salute – sarà effettuata nel rispetto del crono-programma delle attività sperimentali, che ogni singola Regione porrà in essere in coerenza con le indicazioni formulate dal tavolo costituito con decreto del direttore generale della programmazione sanitaria del 30 novembre 2018, e dal Tavolo tecnico di cui all’intesa stipulata il 23 marzo 2005 in sede di Conferenza Stato-Regioni».
A distanza di alcuni giorni da tale ripartizione, il 21 marzo 2019, le principali sigle della filiera avevano insediato un Tavolo ministeriale al fine di dar seguito all’attuazione alla sperimentazione della Farmacia dei servizi, con particolare riguardo ai servizi cognitivi, ad elevato livello di professionalità e infungibilità, connessi con la presa in carico del paziente. In un incontro svolto presso il ministero della Salute, giovedì 30 maggio 2019, al quale hanno partecipato diverse sigle in rappresentanza di farmacisti, Regioni, medici, infermieri e cittadini, si è fatta luce sull’organizzazione delle competenze professionali necessarie a proseguire n tale direzione. Secondo quanto spiega un comunicato congiunto diramato da Fofi, Federfarma, Utifar, Assofarm e Sifo, «nel corso della riunione è emersa l’importanza di stabilire, per ciascuno dei servizi professionali e cognitivi erogati dal farmacista – dalle campagne di screening al supporto all’aderenza terapeutica – metodologie e protocolli operativi, atti a garantire la standardizzazione delle procedure, la misurabilità degli effetti prodotti in termini di efficacia, e quindi di salute, ma anche di governo della spesa».
Tale passaggio è stato ritenuto dalle sigle «indispensabile per determinare la remunerazione delle prestazioni stesse». Ciò in aggiunta all’adozione di «protocolli standardizzati», rendendo necessaria l’istituzione di «un sistema di certificazione di qualità della farmacia, come avviene anche negli altri paesi che hanno già implementato la pharmaceutical care nella farmacia di comunità». Presupposto che, secondo le rappresentanze, costituisce una «condizione necessaria anche per conseguire una reale collaborazione interprofessionale tra gli attori del processo di cura sul territorio e per offrire ai cittadini un servizio omogeneo in tutto il paese».