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Carenze farmaci, l’indagine del Pgeu con i dati del 2022

Il Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu) ha pubblicato l’indagine annuale sull’impatto delle carenze di farmaci riscontrato dai membri del Gruppo. Le informazioni raccolte nella “Medicine shortages survey”, relative al 2022, mostrano un generale peggioramento della situazione, evidenziato da circa il 76% dei Paesi intervistati. Il restante 24% ha invece riscontrato una stabilità. A differenza del 2021, quindi, in cui una parte dei rispondenti aveva segnalato un miglioramento, lo scorso anno non si è registrata nessuna tendenza positiva e tutti i paesi coinvolti hanno sperimentato casi di carenze. I medicinali più spesso irreperibili sono stati nel 2022 quelli cardiovascolari (83%), seguiti da quelli per la cura del sistema nervoso e antibiotici (entrambi 79%) e da quelli per il sistema respiratorio (76%). Un altro dato significativo è il numero dei farmaci mancanti, passato da una media di 200-300 del 2021 a circa 600 medicinali carenti segnalati nel 2022 dalla maggioranza dei paesi. Le carenze hanno inoltre coinvolto anche i dispositivi medici, mancanti, in diverse categorie, nel 65% dei paesi.

I disagi e le conseguenze delle carenze

«Quasi tutti i paesi rispondenti – si legge nella survey – hanno segnalato disagi per i pazienti (93%). Interruzione delle cure (90% dei paesi), aumento dei ticket a seguito di alternative più costose/non rimborsate (72%) e trattamento subottimale/efficacia inferiore (58,62%) sono percepiti come comuni conseguenze negative della carenza di farmaci sui pazienti. Rispetto all’anno precedente, tali percentuali sono aumentate». Significativo anche l’impatto negativo sull’attività delle farmacie, che hanno messo in evidenza perdite finanziarie dovute al tempo investito per affrontare le carenze (96% dei paesi), diminuzione della fiducia dei pazienti e della soddisfazione dei dipendenti (96%), aumento delle pratiche amministrative (76%).

L’esortazione del Pgeu ai responsabili politici

Per affrontare efficacemente il crescente problema della carenza di farmaci in Europa, il Pgeu ha esortato i responsabili politici ad adottare misure urgenti, coraggiose e ambiziose. «Tutte le parti interessate e i governi – ha dichiarato il Gruppo – devono anteporre le esigenze dei pazienti nello sviluppo di politiche aziendali, leggi nazionali e strategie che possano favorire la fornitura tempestiva e adeguata dei farmaci. Deve essere garantito il rispetto effettivo delle normative UE e nazionali relative agli obblighi di servizio pubblico degli attori della catena di approvvigionamento». Tra le azioni fondamentali, il Pgeu sottolinea anche l’esigenza di dare maggior flessibilità ai farmacisti «Tra i paesi europei esistono forti differenze in termini legali nelle soluzioni che i farmacisti comunitari possono intraprendere in caso di carenza – afferma il Gruppo –. Sostituzione generica (93,10% dei paesi), approvvigionamento di un medicinale uguale da fonti alternative autorizzate e preparazione a formulazione galenica (entrambi 62,07%) sono le soluzioni che possono essere messe in pratica nella maggior parte dei paesi. Tuttavia, alcune di queste soluzioni sono soggette a restrizioni (ad es. è necessaria una nuova prescrizione) e può richiedere troppo tempo per il paziente e per il farmacista». Si rimanda alla sezione “Documenti allegati” per la consultazione del report integrale.