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Servizi per i disturbi minori: il report Fip sul ruolo dei farmacisti

La crescente domanda di assistenza in ambito sanitario, dovuta all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche non trasmissibili, ha acceso i riflettori sull’importanza di gestire i disturbi minori nelle cure primarie e il ruolo che i farmacisti possono svolgere nella prevenzione e gestione di tali disturbi. I pazienti fanno sempre più affidamento sull’accessibilità e alla competenza dei farmacisti di comunità come primo punto di contatto sanitario. In risposta, paesi come Regno Unito e Canada hanno avviato schemi per i disturbi minori (Cas) nei primi anni 2mila, ottenendo evidenti vantaggi clinici ed economici, oltre a una maggiore comodità e accesso alle cure, alleviando il carico sui medici di base.

Il report della Fip

Per far luce su questi punti, la Fip ha prodotto un report che cerca di fornire una comprensione olistica del ruolo dei farmacisti nei Cas, unendo le best practices e promuovendo l’assistenza ai pazienti a livello internazionale. La ricerca completa della letteratura esistente ha posto le basi per il report. Contemporaneamente, sono stati condotti un breve sondaggio e una raccolta di casi di studio rivolti alle organizzazioni membri della Fip partecipanti, seguiti da una discussione con un gruppo di esperti provenienti da organizzazioni membri selezionate.

Risultati chiave: benefici clinici ed economici, ma sfide operative persistono

Raccogliendo dati da 24 paesi (25 organizzazioni membri), supportati da casi di studio di 9 paesi (10 organizzazioni membri che hanno riportato di avere Cas nella loro risposta al sondaggio) e ulteriori input qualitativi da 10 paesi tramite la discussione del gruppo di esperti (11 organizzazioni membri, gli stessi paesi che hanno presentato casi di studio, più il Portogallo), i risultati del report hanno evidenziato la diversa copertura delle condizioni ammissibili: dai disturbi comuni ad alcuni trattamenti specializzati come la contraccezione ormonale d’emergenza e gli antivirali per il Covid-19. Dal punto di vista clinico, i Cas hanno migliorato la qualità della vita dei pazienti e la comodità di accesso alle cure, riducendo il carico di lavoro dei medici di base, mentre dal punto di vista economico hanno presentato alternative convenienti. Tuttavia, persistono sfide operative, in particolare nelle incongruenze nei requisiti di servizio e nel coinvolgimento delle parti interessate. Si rimanda al report integrale nella sezione “Documenti allegati”.