Integratori alimentari, Federsalus: «Un settore dinamico, innovativo e responsabile»

Federsalus, Associazione nazionale dei produttori e distributori di prodotti salutistici, ha presentato i risultati della settima indagine sulla filiera degli integratori alimentari. I dati si riferiscono al 2020, anno in cui, nonostante l’inizio della pandemia, il settore non si è fermato perché rientrante tra quelli considerati essenziali. Non a caso, per la prima volta, gli integratori alimentari multivitaminici sono stati inseriti nel paniere dei prezzi al consumo dell’Istat, dimostrando l’importanza del comparto nell’economia italiana e dei suoi prodotti nella vita quotidiana delle persone. L’indagine di Federsalus ha coinvolto un campione pari al 51% degli associati: 240 aziende italiane e multinazionali distribuite su tutto il territorio nazionale. Lo studio si è avvalso anche del contributo della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e di Elite Borsa Italiana. «L’indagine – commenta Federsalus in una nota – conferma che dietro ai risultati del comparto vi è un nucleo di imprese altamente competitive. Si tratta di azienda di gran lunga più dinamiche rispetto al resto dell’economia italiana e con livelli di marginalità di eccellenza. Questi risultati si spiegano con l’elevata propensione a investire in leve immateriali (innovazione in primis) e a valorizzare il capitale umano, oltreché con la presenza di filiere di fornitura ben radicate nel territorio».

Aziende sempre più digitali e sostenibili.

I principali trend emergenti sono essenzialmente due: una forte accelerazione della digitalizzazione e una marcata propensione alla sostenibilità. In base ai dati riportati dall’indagine, il 73% delle aziende ha digitalizzato i processi lavorativi e il 52% ha incrementato le opportunità di lavoro da remoto. Tuttavia, ancora prima dell’emergenza sanitaria, il 47% delle aziende aveva già avviato investimenti in tecnologie, promosso una cultura digitale (36%) e pianificato strategie di web marketing (31%). Per quanto riguarda, invece, la responsabilità sociale, l’84% delle aziende ha dichiarato di aver intrapreso o di avere allo studio iniziative di sviluppo sostenibile e riduzione dell’impatto ambientale. L’innovazione di prodotto resta poi una priorità per il 66% delle società.

Cresce l’attenzione per l’export extra Ue.

Nonostante un calo del 4,2% nel 2020, l’export sta diventando sempre più importante nel business delle aziende. Benchè il 54% dichiari che il peso delle esportazioni sul fatturato totale sia inferiore al 25%, Federsalus evidenzia la crescita progressiva di questa quota. Nel 2014, infatti, il 43% delle aziende dichiarava di non generare fatturato da export e altre attività estere, percentuale scesa al 25% nel 2020. L’orientamento per il futuro sembra quello di guardare ai mercati extra europei con un focus particolare su Usa, Cina, Emirati Arabi e Russia. In Europa cresce, invece, l’attenzione verso la Germania, primo partner commerciale del nostro paese.

Importanti gli investimenti in ricerca e sviluppo.

«Quella degli integratori è una filiera virtuosa – dichiara Germano Scarpa, presidente Federsalus – composta da aziende solide e dinamiche, che generano occupazione e creano valore per il territorio in cui operano. Rappresentano una realtà con un’altissima vocazione all’investimento in ricerca e sviluppo e rappresentano l’eccellenza del prodotto italiano. Gli integratori alimentari sono entrati a far parte della quotidianità di tante persone, come dimostra ad esempio l’ingresso nel paniere Istat dei multivitaminici, e sempre più diffusa è la consapevolezza del loro ruolo, ben definito all’interno della prevenzione primaria, così come quella dell’importanza di una guida esperta nel corretto utilizzo di questi prodotti».