Integratori alimentari, dal ministero una nota su standard qualitativi e buone pratiche

La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani ha diffuso i contenuti di una nota del ministero della Salute, in materia di standard di qualità delle materie prime e le buone pratiche di fabbricazione degli integratori alimentari. Sono cinque le principali informazioni diffuse dal dicastero, e riassunte dalla stessa Fofi. In primo luogo, «per garantire ai consumatori “un elevato livello di tutela” nella fabbricazione di integratori occorre impiegare materie prime di qualità, assicurando la rispondenza a standard di purezza generalmente riconosciuti».

Quindi, viene ricordato che «la direttiva 2002/46/CE contiene prescrizioni specifiche solo per vitamine e minerali e non riporta indicazioni sui requisiti di purezza che devono presentare tutte le altre sostanze impiegabili». Il terzo elemento è legato invece al regolamento (UE) 609/2013, relativo agli alimenti per la prima infanzia, agli alimenti a fini medici speciali e alimenti destinati a sostituire la dieta per la riduzione del peso: «È previsto che per le sostanze incluse nell’elenco dell’Unione, i cui criteri di purezza non sono ancora stati adottati a livello di Unione e al fine di garantire un elevato livello di tutela della sanità pubblica, siano applicati i criteri di purezza generalmente accettati e raccomandati da organismi o agenzie internazionali, come ad esempio il comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) e la Farmacopea europea. Tali indicazioni possono essere considerate valide anche per l’impiego di aminoacidi e di altre sostanze negli integratori al fine di assicurarne la conformità a standard di qualità riconosciuti».

Il quarto tema toccato dalla nota del ministero della Salute riguarda i prerequisiti della fabbricazione degli integratori alimentari, ovvero «lo sviluppo, la realizzazione e la documentazione di procedure di controllo sulle condizioni operative dello stabilimento, come le buone pratiche igieniche (GHP) e le buone pratiche di fabbricazione (GMP). Devono inoltre essere messi in atto programmi e procedure per la sicurezza basate sui principi del sistema HACCP». Infine, si sottolinea che «resta fermo quanto previsto dal regolamento (UE) sui novel food, che richiede la preventiva autorizzazione della Commissione europea per l’impiego di ingredienti e sostanze che non hanno fatto registrare una storia di consumo sicuro al 15 maggio 1997».

Il ministero ha quindi ricordato che sul proprio sito sono disponibili le “Raccomandazioni sulle norme di buona fabbricazione di integratori alimentari”: una guida per ottemperare alle prescrizioni della normativa vigente.