Farmacie nelle piccole comunità, aperto il bando di 100 milioni di euro

L’Agenzia per la Coesione territoriale – che ha l’obiettivo di sostenere, promuovere ed accompagnare programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione territoriale – ha reso disponibile il bando dedicato alle farmacie rurali che si trovano nei centri con popolazione inferiore ai tremila abitanti. A farlo sapere è stato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale. Nel dettaglio, le farmacie aventi diritto possono presentare la richiesta per accedere ai finanziamenti volti a erogare servizi sanitari di prossimità territoriale. Si tratta di un totale di 100 milioni di euro, stanziati nella misura di 50 milioni per il Centro-Nord e 50 nel Mezzogiorno. L’importo massimo erogabile per farmacia è di 44.260,00. Secondo quanto evidenziato dallo stesso dicastero «la domanda di partecipazione, compilata dal titolare o dal rappresentante legale della farmacia, può essere presentata dalle ore 12.00 del 29 dicembre 2021 ed entro il 30 giugno 2022 esclusivamente attraverso la piattaforma informatica all’indirizzo https://farmacierurali.agenziacoesione.gov.it, alla quale si accede tramite Spid. I campi da compilare on line possono essere consultati e le istruzioni per compilare la domanda sono riportate negli allegati. Non saranno considerate valide le domande pervenute con altre modalità (compresa la Pec)».

Gli interventi finanziabili

Sono diversi gli interventi che possono essere finanziati. Il bando prevede la concessione delle relative agevolazioni per «ottimizzazione dell’efficace dispensazione del farmaco, anche in sostituzione della distribuzione effettuata dai presidi ospedalieri: riorganizzazione e implementazione dell’area di dispensazione e dello stoccaggio dei farmaci; miglioramento dei livelli di monitoraggio delle scadenze, revoche e farmaci mancanti», «partecipazione alla presa in carico del paziente cronico, monitoraggio dell’uso corretto dei farmaci, interazione con il Fascicolo sanitario elettronico (Fse): interventi di formazione specialistica alla presa in carico del paziente e alla farmacovigilanza; dotazioni tecnologiche, informatiche e logistiche (licenze per piattaforme di monitoraggio, software, hardware, postazioni attrezzate per il teleconsulto, la consultazione dati, la consultazione del Fse)», e infine «prestazione di servizi di primo e di secondo livello: spese per la locazione e/o l’acquisto dei dispositivi di telemedicina e analizzatori di sangue e urine e relativa assistenza/creazione di aree di accoglienza (spazi riservati, arredamenti specifici, dispositivi di emergenza) per l’erogazione di servizi di telemedicina, per i quali ci si dovrà avvalere di un sistema di refertazione presso un centro individuato a priori (preferibilmente in convenzione con ospedali o strutture pubbliche)».

Si rimanda alla sezione “Documenti allegati” per la documentazione completa.