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Farmacie francesi, al via petizione contro la “finanziarizzazione”

«Dite “no” alla finanziarizzazione della farmacia!». L’organizzazione francese “La Profession de Pharmaciens” ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione con la quale chiede a professionisti e studenti di schierarsi per salvaguardare un modello che non contempli i capitali esteri. Un tema del quale si discute da anni anche in Italia, con l’approvazione della legge sulla Concorrenza che ha aperto alle società di capitale la proprietà delle farmacie. La petizione transalpina cita dapprima un rapporto pubblicato dall’Autorità per la concorrenza di Parigi, che ha chiesto di aprire, appunto, al capitale.

Una misura che secondo i promotori della petizione «distruggerebbe la rete delle farmacie, mettendo in discussione l’indipendenza dei professionisti. E sarebbe anche responsabile della chiusura di alcune sedi. La farmacia non ha bisogno di capitali esteri per esercitare la professione e gli studenti, così come i farmacisti già in attività, denunciano con fermezza una finanziarizzazione inutile». Nel testo si sottolinea poi che «l’Autorità per la concorrenza chiede anche di liberalizzare la vendita online di medicinali, nell’interesse delle grandi piattaforme di Internet, dedite all’ottimizzazione fiscale e alla distruzione di posti di lavoro di vicinato. In Francia non esiste desertificazione farmaceutica e non ci sono difficoltà ad accedere ai medicinali». Per cui «questa proposta non ha dunque alcun senso né presenta alcun interesse per i pazienti».

Da parte sua, l’Autorità indica invece i vantaggi che tale cambiamento comporterebbe, con particolare riferimento ad un miglioramento del potere d’acquisto per i cittadini. Argomentazione alla quale la petizione risponde spiegando che «i prezzi dei farmaci in Francia sono molto più bassi rispetto alla media europea e nel 2018 ci sono state ulteriori diminuzioni». Viene inoltre citato il ministro della Solidarietà e della Salute, che «ha di recente ricordato che “i medicinali non sono un prodotto di consumo” come gli altri». E che esso «deve essere dispensato nel quadro di un percorso di salute garantito da farmacisti territoriali e ospedalieri».

Per cui, conclude la petizione, «la visione commerciale della farmacia sostenuta dall’Autorità per la concorrenza è incompatibile con i bisogno della popolazione e aggrava gli squilibri»: a farne le spese sono in particolare «le zone rurali». Per questo i rappresentanti dei farmacisti «si uniscono per denunciare questi attacchi ripetuti e infondati, in un momento in cui la professione è in piena evoluzione per rispondere ai bisogni dei pazienti su tutto il territorio».