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Distribuzione intermedia, Mirone (Federfarma Servizi): «Troppi fronti di erosione del margine»

«Abbiamo toccato il fondo, oltre non si può più andare: se non ci sarà una inversione di rotta rispetto a una strada che ci danneggia, se la farmacia non si renderà conto di quanto la distribuzione intermedia sia anello essenziale, il sistema andrà al collasso». È la posizione di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, in un’intervista pubblicata sul portale f-online.it, commentando il Report Osservatorio Gimbe «Il ruolo della filiera healthcare nel Ssn».

Processi di razionalizzazione delle consegne. Come osservato da Mirone, «le nostre aziende da tempo stanno cercando di trovare riparo da una situazione insostenibile, che vede i costi di carburante, energia e finanziari crescere a dismisura». Secondo Mirone «come ben ha rilevato il Report, infatti, sono in atto processi di razionalizzazione delle consegne, che, pur continuando a garantire l’alto livello di servizio e sicurezza al paziente, producono miglioramenti nella gestione delle attività, dei costi e dell’impatto ambientale».

Mancata rappresentanza della distribuzione intermedia ai tavoli regionali. Mirone parla del fenomeno dell’aumento vendite dirette. Secondo il dirigente è un trend «preoccupante», accanto a cui «c’è poi il nodo della Dpc, che non solo viene realizzata in maniera disomogenea sul territorio, ma vede, via via, una contrazione della marginalità». Inoltre, secondo Mirone, «l’assenza della rappresentanza della distribuzione intermedia ai tavoli regionali grava ulteriormente su di noi, che veniamo chiamati a portare il peso di tale situazione e ad assorbire, in toto, la riduzione. Tale prassi, va detto, non è più percorribile e lo abbiamo ribadito, anche di recente, quando abbiamo difeso la marginalità del 3%, che ci compete per legge, come limite minimo da salvaguardare. Lo stimolo che abbiamo voluto lanciare è che, a fronte dell’aumento di costi e dei vari fronti di erosione del margine, il comparto ha la necessità di trovare sostenibilità, di maggiori risorse».

Necessaria consapevolezza della crisi. Infine, come evidenziato da Mirone, «diventeranno pienamente operativi anche i ce.di (centri di distribuzione) delle catene di capitale. Sarà un ulteriore cambiamento dello scenario di cui occorrerà tenere conto e che impatterà sul mercato». Dunque «ci sentiamo stretti in mezzo a interlocutori che non hanno ancora piena consapevolezza della crisi che sta attraversando le nostre aziende. Ma è quanto mai opportuno che si comprenda davvero la necessità di sostenere la distribuzione intermedia, per evitare il collasso dell’intera filiera».