Con la pandemia cala la domanda di farmaci senza ricetta. I dati di Assosalute

«I dati di chiusura del 2020 evidenziano, ancora una volta come, nel breve periodo, i consumi dei farmaci senza obbligo di prescrizione siano condizionati da fattori esogeni e, per quanto le aziende del comparto dell’automedicazione non abbiano rinunciato al lancio di prodotti e confezioni, gli effetti positivi sui fatturati derivanti da uno spostamento del mix di consumo verso medicinali nuovi non è riuscito a compensare la contrazione dei consumi, condizionati dagli effetti della pandemia in atto». Questo il commento con cui l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute), organizzazione che fa parte di Federchimica, sintetizza l’andamento dei farmaci senza prescrizione medica durante lo scorso anno. Un comparto che, stando ai dati rilevati da Iqvia, società di elaborazione e analisi dati nell’healthcare, ha subito nel 2020 un calo del giro d’affari del 6,6% e una contrazione a volume dell’8,8%, per un totale rispettivamente di circa 2,3 miliardi di euro fatturati e 245 milioni di confezioni vendute.

Quanto ha inciso il Covid-19 sul trend dello scorso anno? Secondo Assosalute, «la ragione della contrazione di mercato nel 2020, è da ricercarsi proprio negli effetti della pandemia Covid-19. L’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani, insieme alle misure di contenimento del contagio, hanno ridotto significativamente la circolazione dei virus influenzali e parainfluenzali». I dati Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità confermano, del resto, un’incidenza dell’influenza e delle sindromi simil influenzali ampiamente inferiore rispetto all’anno precedente. In tale contesto, la domanda di farmaci senza ricetta registra un incremento nel primo trimestre 2020, ascrivibile alla volontà dei cittadini di fare scorte, ma dopo un primo aumento dei consumi del 5,5% nei primi tre mesi, raggiunto anche grazie alla significativa impennata di marzo (+11,5%), si assiste a un drastico calo nel resto del 2020.

Cresce l’e-commerce ma la farmacia resta il primo canale per l’acquisto di Otc e Sop Come prevedibile, l’emergenza sanitaria ha determinato una crescita del canale virtuale, attraverso il quale la vendita di farmaci senza prescrizione è aumentata nel 2020 del 136% a volume e del 145% a valore, totalizzando un giro d’affari di circa 41,5 milioni di euro. Ciononostante, si tratta di una quota ancora contenuta rispetto al fatturato complessivo del comparto, di cui rappresenta l’1,8%. La quota di mercato più consistente resta appannaggio della farmacia, che detiene una market share superiore al 90% a volume e pari a quasi il 92% a valore.

Meno vendite per Otc e Sop, stabili i farmaci notificati Il calo della domanda riguarda prevalentemente i medicinali Otc e Sop, mentre si mantengono pressoché stabili quelli notificati a connotazione farmaceutica. La categoria Over the counter (Otc) presenta nel 2020 un decremento della domanda del 9,2% e una flessione del giro d’affari del 6,8%, mentre i farmaci Behind the counter (Sop) registrano una diminuzione dei volumi del 7,5% e un calo del fatturato del 5,8%. Mostrano invece una sostanziale tenuta i prodotti notificati a connotazione farmaceutica, che nel 2020 hanno visto un lieve calo dello 0,3% dei consumi, a fronte di una crescita a valore dello 0,5%.