Cannabis medicale, il rapporto Iss sulle reazioni avverse

«Dal 1 gennaio al 30 giugno 2020 sono pervenute al sistema di fitosorveglianza 11 segnalazioni di sospette reazioni avverse associate a uso medico di cannabis. L’età mediana dei pazienti era di 53 anni e le donne rappresentavano l’82% del totale». È quanto fa sapere l’Istituto superiore di sanità, con il coordinamento scientifico a cura del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute. L’organizzazione governativa mette sotto i riflettori i casi relativi al primo semestre 2020. Secondo quanto rilevato, infatti, si tratta «dei dati presentati nella relazione semestrale gennaio-giugno 2020 – prevista dal decreto del 9 novembre 2015 sull’uso medico della cannabis – raccolti nell’ambito delle attività del Sistema di sorveglianza delle sospette reazioni avverse a prodotti di origine naturale coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss)».

«Dalla relazione – si legge nel documento – emerge anche che il motivo d’uso prevalente era il dolore cronico o neuropatico. In 8 casi era indicato l’uso concomitante di farmaci. Tre segnalazioni hanno richiesto l’ospedalizzazione. Tutte le segnalazioni sono state valutate, secondo le modalità del sistema di fitosorveglianza. In 4 segnalazioni (36%) il nesso di causalità è risultato probabile. Dall’analisi delle segnalazioni di reazioni avverse è emerso un caso di reazione di ipersensibilità, è stato quindi ritenuto necessario analizzare il prodotto assunto dal paziente e il caso è a tutt’oggi in corso di approfondimento».