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Antibiotico-resistenza: l’Ue rischia di non centrare gli obiettivi 2030

L’Unione europea sta perdendo terreno nella lotta all’antibiotico-resistenza antimicrobica (Amr), allontanandosi dagli obiettivi fissati per il 2030. È quanto emerso dai dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in occasione della Giornata europea degli antibiotici, lo scorso novembre. Tra il 2019 e il 2023, il consumo di antibiotici nell’Ue è aumentato dell’1%, in controtendenza rispetto al target di riduzione del 20% raccomandato dal Consiglio dell’Unione europea. Se da un lato sono stati registrati alcuni progressi nella riduzione delle infezioni del flusso sanguigno da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, dall’altro è preoccupante l’incremento del 60% delle infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi nello stesso periodo, minaccia crescente per i pazienti ospedalizzati in tutta l’Ue, considerando le limitate opzioni terapeutiche disponibili.

L’allarme della direttrice dell’Ecdc

Alla luce dei dati presentati, Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’Ecdc, ha osservato che «raggiungere gli obiettivi Ue entro il 2030 richiede una risposta urgente e unitaria in tutta l’Unione per evitare che l’Amr comprometta l’assistenza sanitaria. Risposta fondamentale per proteggere i pazienti e preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future». Dunque, per sensibilizzare sull’impatto dell’Amr, l’Ecdc ha divulgato diverse storie di pazienti che hanno avuto lunghi ricoveri ospedalieri, recuperi incerti e trattamenti complessi a causa di infezioni resistenti. Nonostante alcuni Stati membri abbiano compiuto notevoli progressi, il quadro complessivo ha messo in luce la necessità di interventi mirati e intensificati in tutta l’Ue.

Tre aree chiave per invertire la tendenza

Per invertire la rotta nella lotta all’Amr, l’Ecdc ha chiesto di accelerare gli sforzi in tre aree: prevenzione e controllo delle infezioni, uso prudente degli antimicrobici, sviluppo e accesso a nuovi antimicrobici. Le infezioni correlate all’assistenza ospedaliera rappresentano il 70% del carico sanitario legato all’Amr nell’Ue. Gli ospedali devono quindi dare priorità a misure basilari ma cruciali come il miglioramento dell’igiene delle mani, screening per l’individuazione di batteri resistenti, e aumento della capacità di isolare i pazienti positivi e del personale dedicato al controllo delle infezioni. In ambito comunitario, pari al 90% dell’uso totale di antibiotici nell’uomo, sono necessarie più campagne informative e di sensibilizzazione pubblica. L’Ecdc continua a promuovere lo sviluppo e l’accesso a nuovi antimicrobici efficaci e sicuri, essenziali per trattare le infezioni resistenti agli antibiotici di ultima linea.