Antibiotici somministrati senza prescrizione, anche negli Usa problema comune

Farmaci erogati senza ricetta e antibiotici presi senza la dovuta prescrizione medica: paese che vai, problema che trovi. Anche negli Stati Uniti, infatti, secondo quanto evidenziato in un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Internal Medicine, molti americani assumono antibiotici senza prescrizione medica. Fatto che, oltre a costituire un problema di salute pubblica, contribuirebbe ad aggravare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Nel corso di un’analisi condotta su dati presenti nei database PubMed, Cinahl, Scopus ed Embase, nel periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 31 marzo 2019, i ricercatori hanno scoperto che una persona su quattro ha utilizzato antibiotici senza prescrizione medica, con il 66 percento delle persone abituate ad assumere antibiotici senza alcuna assistenza del medico curante. Molti di questi casi riguardano utilizzatori che conservavano antibiotici da precedenti prescrizioni per un uso futuro per se stessi o per gli altri.

A favorire l’acuirsi della problematica – evidenzia lo studio – la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria e le limitazioni del potenziale di spesa, in parte dovute anche all’assenza di un’assicurazione sanitaria. Dunque, persone che, spiegano i ricercatori, non potevano accedere alle cure del sistema sanitario americano o non potevano permettersi cure specialistiche al punto da chiedere antibiotici a parenti, amici o acquisendoli sottobanco attraverso mercati o negozi indipendenti. Quanto alle tipologie di antibiotici maggiormente interessati alla problematica, quelli per trattare i sintomi delle infezioni delle vie respiratorie superiori, molti dei quali sono virali e non rispondono agli antibiotici, come mal di gola, raffreddore e tosse. In aggiunta a ciò, anche antibiotici utilizzati per il trattamento per infezioni alle vie urinarie, sebbene utilizzati per il trattamento di altre problematiche. Fenomeni che a quanto evidenziato dagli studiosi, renderebbero la resistenza antibatterica ancora più difficile da combattere.

Quanto alla situazione in Italia, secondo il rapporto Aifa sull’uso di antibiotici per l’anno 2017, pubblicato nel marzo del 2019, i consumi in Italia risultano in calo, ma sono ancora superiori alla media europea. In questo senso, «secondo una recente analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in molte parti del mondo sono state registrate prevalenze elevate di resistenza nei batteri che causano infezioni anche comuni, quali la polmonite e le infezioni delle vie urinarie». Per contravvenire a tale problematica è utile evidenziare l’iniziativa messa in campo dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) che sta aprendo il dialogo iniziale disponibile attraverso la sua Innovation task force (Itf), nei confronti di tutti i produttori di farmaci che lavorano su approcci terapeutici per il trattamento o la prevenzione di infezioni batteriche e fungine.