Antibiotici fluorochinoloni e chinoloni, l’EMA dispone delle restrizioni d’uso

L’Aifa ha diffuso una comunicazione della European Medicines Agency in riferimento agli antibiotici fluorochinoloni e chinoloni. Il Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), infatti, ha disposto una restrizione per tali farmaci (siano essi somministrati per bocca, per iniezione o per via inalatoria) a seguito di una revisione degli effetti indesiderati potenzialmente di lunga durata e invalidanti riportati dagli stessi. «La revisione – precisa l’EMA – ha tenuto conto delle opinioni dei pazienti, degli operatori sanitari e degli accademici presentate durante l’audizione pubblica nel giugno 2018. Molto raramente, i pazienti trattati con antibiotici fluorochinoloni e chinoloni hanno subito effetti indesiderati di lunga durata e invalidanti, la maggior parte dei quali interessavano principalmente muscoli, tendini, ossa e sistema nervoso. In seguito alla valutazione di questi effetti indesiderati, il PRAC ha raccomandato di ritirare dal commercio alcuni farmaci, compresi tutti quelli che contengono un particolare antibiotico chinolonico. Ciò in quanto sono autorizzati solo per infezioni che non devono essere più trattate con questa classe di antibiotici». Per quanto riguarda i fluorochinolonici, poi, il Comitato ha raccomandato, che essi «non siano usati per trattare infezioni non gravi o che potrebbero migliorare senza trattamento (come infezioni alla gola), per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore, per trattare pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un antibiotico fluorochinolonico o chinolonico, o per il trattamento di infezioni lievi o moderatamente gravi a meno che altri medicinali antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni non possano essere usati». I fluorochinolonici possono invece essere, ma «con cautela, specialmente nei casi di persone anziane, per i pazienti con problemi renali, che hanno avuto un trapianto di organo o quelli che sono stati trattati con un corticosteroide sistemico. Questi pazienti sono a più alto rischio di danno al tendine». Infine, il PRAC ha chiesto agli operatori sanitari «di avvisare i pazienti di interrompere il trattamento con un antibiotico fluorochinolonico al primo segno di un effetto collaterale che coinvolga muscoli, tendini o ossa (come tendini infiammati o lacerati, dolore o debolezza muscolare e dolore o gonfiore alle articolazioni), oppure il sistema nervoso (come la sensazione di spilli e aghi, stanchezza, depressione, confusione, pensieri suicidari, disturbi del sonno, problemi della vista e dell’udito e alterazione del gusto e dell’olfatto)».