Alfa e beta-idrossiacidi, il ruolo nelle imperfezioni cutanee e patologie dermatologiche

I nostri antenati utilizzavano latte, vino, succo di limone per ottenere una pelle morbida e luminosa, priva di difetti. Qual è il segreto che si cela dietro questi prodotti alimentari, così efficaci anche in ambito cosmetico? Ebbene, sono tutti accomunati dal contenuto di alfa- e beta-idrossiacidi, abbreviati con le sigle di AHA e BHA. I trattamenti dermatologici a base di queste molecole sono invece relativamente recenti e le prime formulazioni in commercio sono state introdotte negli Stati Uniti all’inizio degli anni Novanta. Quasi tutti gli AHA si trovano in natura. I principali sono gli acidi glicolico, presente nella canna da zucchero, lattico, la cui fonte naturale è il latte, malico, che deriva dalle mele, tartarico, contenuto nell’uva, citrico, all’interno degli agrumi. Gli AHA che ritroviamo nei moderni cosmetici si ottengono però attraverso reazioni di sintesi. A seconda del tipo di acido utilizzato e della formulazione, si avrà un’azione idratante, antirughe, tonificante, schiarente, levigante. L’acido lattico, per esempio, è utilizzato per regolare l’acidità del prodotto che lo contiene, come accade nei detergenti per l’igiene intima, oppure per rendere un preparato più affine al film idrolipidico che riveste la cute. Trova impiego soprattutto come idratante nella prevenzione e nel trattamento della secchezza cutanea.

Al personale medico specializzato in dermatologia è riservato l’uso degli AHA a concentrazioni elevate per effettuare il peeling chimico, ben diverso dagli scrub, con i quali è possibile ottenere un’esfoliazione della pelle più superficiale. Il peeling è usato con successo per trattare l’acne, facilitando il ricambio cellulare. Se alle basse concentrazioni prevalgono gli effetti idratanti degli AHA, a concentrazioni elevate si ottiene un effetto cheratolitico, che coinvolge anche gli strati profondi dell’epidermide. L’acido glicolico è l’AHA di scelta per eliminare gli esiti cicatriziali dell’acne. I prodotti destinati ai consumatori non contengono più del 10% di acido glicolico. Gli estetisti lo impiegano a concentrazioni di solito comprese tra il 20 e il 30%, mentre i dermatologi lo utilizzano in percentuali variabili dal 50 al 70%. Concentrazioni superiori provocherebbero gravi ustioni chimiche. I trattamenti sono sconsigliati nel periodo estivo in quanto aumentano la sensibilità ai raggi ultravioletti e in ogni stagione è raccomandata l’applicazione di un’adeguata protezione solare.

L’acido salicilico fa parte dei BHA ed è contenuto nei prodotti callifughi, utilizzati per ridurre l’ispessimento cutaneo caratteristico di calli e duroni, ma anche nei farmaci contro le verruche. Trova impiego nel trattamento di malattie dermatologiche come la psoriasi e nelle ipercheratosi, condizioni caratterizzate da epidermide ispessita. Viene inoltre utilizzato come cheratolitico per facilitare l’apertura dei comedoni o punti neri. Nei cosmetici reperibili in farmacia si può trovare combinato ad AHA a basse concentrazioni per effettuare peeling leggeri.