Aifa ed Ema: «Aumento rischio morte cardiovascolare e mortalità nei pazienti trattati con febuxostat»

Il principio attivo febuxostat, utilizzato nel medicinale Adenuric, potrebbe non rappresentare più una valida scelta terapeutica per parte dei casi che vedono il trattamento di gotta nei pazienti con una malattia cardivoascolare importante. È quanto rende un comunicato lo scorso 27 giugno dall’Agenzia italiana del farmaco, in accordo con Agenzia europea dei medicinali e Menarini International Operations Luxembourg S.A, azienda proprietaria dell’Autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco Adenuric, nei dosaggi da 80 e 120 milligrammi. Come è noto, infatti, grazie alla sua attività inibitrice non selettiva della xantina ossidasi, febuxosat manifesta un’azione antiiperuricemica riducendo la formazione di acido urico. Tale attività lo rende particolarmente utile nel trattamento dell’iperuriremia cronica con deposito di urato (compresa l’anamnesi, o la presenza, di tofi e/o di artrite gottosa), nonché per la prevenzione e il trattamento dell’iperuricemia in pazienti adulti sottoposti a chemioterapia per neoplasie ematologiche maligne con un rischio da intermedio ad alto di sindrome da lisi tumorale (Tls).
Secondo quanto evidenziato dalle agenzie, tuttavia, «in uno studio clinico di fase IV (lo studio Cares) condotto su pazienti affetti da gotta con un’anamnesi di malattia cardiovascolare (Cv) importante, è stato osservato un rischio significativamente maggiore di mortalità per qualsiasi causa e di morte per cause cardiovascolari nei pazienti trattati con febuxostat rispetto ai pazienti trattati con allopurinolo». In aggiunta a ciò, «il trattamento con febuxostat nei pazienti con malattia cardiovascolare importante preesistente (ad esempio infarto miocardico, ictus o angina instabile) deve essere evitato, tranne quando non siano disponibili altre opzioni terapeutiche adeguate».