Servizi in farmacia: nel report Pgeu la mappatura in Europa

Un evento al Parlamento europeo, organizzato con il patrocinio degli europarlamentari Michalis Hadjipantela e Vytenis Andriukaitis, ha fatto da cornice alla presentazione del Rapporto sui servizi delle farmacie in Europa, curato dal Pharmaceutical group of the european union (Pgeu). L’indagine, che delinea lo stato dell’arte delle prestazioni professionali erogate dalle farmacie di comunità in 33 nazioni europee, è il punto di partenza per una riflessione sul futuro del settore, mettendo in luce come l’ampliamento delle competenze dei farmacisti possa portare a cure più sostenibili e vicine alla popolazione.
Dalla dispensazione ai servizi clinici erogati
La dispensazione dei medicinali è il cardine dell’attività dei farmacisti, ma è ormai affiancata da un ventaglio sempre più ampio di servizi a diretto beneficio del paziente. Il documento Pgeu ha catalogato 47 diverse tipologie di prestazioni: dalla promozione della salute alla gestione delle malattie croniche, dalle campagne vaccinali allo screening precoce, dal supporto all’aderenza terapeutica fino ai servizi digitali.
Raccomandazioni del Pgeu per un cambio di paradigma
Per valorizzarne il potenziale, il Pgeu ha avanzato alcune raccomandazioni: la necessità di un riconoscimento formale della farmacia come partner essenziale nei percorsi di cura, riforme normative che amplino lo scope of practice del farmacista in base alle competenze acquisite. A ciò si affianca la necessità di modelli di remunerazione sostenibili e adeguati per i servizi professionali, distinti dalla semplice vendita del prodotto, che ne riconoscano il valore clinico e di sanità pubblica.
Verso un sistema sanitario più resiliente e prossimale
Il rapporto del Pgeu ha delineato una roadmap per i decisori politici. La richiesta è di attuare un cambiamento strategico che consenta alle farmacie di esprimere le potenzialità insite nella loro capillarità e nel rapporto di fiducia con la popolazione. La piena integrazione nel sistema sanitario, supportata da adeguati finanziamenti e da un quadro normativo abilitante, è vista come una leva per affrontare le sfide future, dall’invecchiamento della popolazione alla cronicità, rafforzando al contempo l’equità e la coesione territoriale. L’ausilio della tecnologia digitale e un ruolo più incisivo nella stewardship antimicrobica completano il panorama di un’evoluzione possibile del settore.



